Gino Strada: i parlamentari che hanno votato il rifinanziamento della missione sono dei «delinquenti politici».

Intervista di Michelangelo Cocco

3.300 soldati (destinati ad aumentare di altre mille unità), 750 mezzi terrestri (tra carri armati, blindati, camion e ruspe) e 30 velivoli (4 caccia-bombardieri, 8 elicotteri da attacco, 4 da sostegno al combattimento, 10 da trasporto truppe e 4 droni): questo è il contributo italiano all’occupazione militare dell’Afghanistan. Ieri, come noto, l’ultimo caduto, l’agente dell’Aise Piero Antonio Colazzo. Che quella in Afghanistan sia una missione palesemente incostituzionale lo dice perfino l’ex generale Mini. Ma i parlamentari italiani hanno votato compatti, anche se al Senato (a differenza che alla Camera) si è registrata l’astensione (evidentemente il massimo concesso!) dell’Idv e di due radicali eletti nelle liste del Pd.

Strada guarda alla guerra in Afghanistan con gli occhi dei civili che ne stanno subendo le conseguenze. Per il fondatore di «Emergency» – la ong italiana in prima linea con il suo ospedale di Lashkar-gah, a pochi chilometri da Marjah dove infuriano i combattimenti tra truppe Usa e taleban – il rifinanziamento «automatico», senza dibattito, della missione che il Parlamento assicura alla Nato è come un crimine di guerra.

Il governo olandese è caduto sull’Afghanistan, francesi e tedeschi non vogliono essere coinvolti ulteriormente nella guerra. Berlusconi invece risponde signorsì.          I governi italiani, questo come il precedente di centro-sinistra, hanno come denominatore comune il servilismo nei confronti degli Stati Uniti. Ma questo non deve farci dimenticare che partecipare all’occupazione militare dell’Afghanistan rappresenta un crimine (in quanto si contribuisce alle stragi di civili) e una violazione della nostra Costituzione. Non a caso ho definito «delinquenti politici» tutti i parlamentari che votano a favore del rifinanziamento della missione militare. Se soltanto volessero vedere le vittime dell’offensiva di questi giorni, potrebbero andare sul sito di Peacereporter (it.peacereporter.net): lì troverebbero i volti e le storie dei civili colpiti.

Otto anni dopo l’invasione anglo-americana, con l’operazione «Moshtarak» va in scena l’ennesima offensiva anti-taleban. Perché è così difficile batterli?      Ad occupare il paese ci ha provato l’Armata rossa e ancora prima gli inglesi (tre guerre, tutte e tre perse). Agli afghani non piace essere occupati dagli stranieri. Perciò fino a quando ci sarà occupazione militare, ci sarà guerra.

E il corridoio umanitario che Emergency ha chiesto per favorire la salvezza dei civili di Marjah e Nad Ali?            È paradossale che, guidate dal Nobel per la pace Barack Obama, le forze armate statunitensi che stanno conducendo questa offensiva si rivelino criminali di guerra. Infatti – con una palese violazione delle convenzioni internazionali – non permettono ai civili di lasciare le aree sotto bombardamento e impediscono ai feriti, in maggioranza donne e bambini, di essere curati. Questi comandanti militari dovrebbero essere portati davanti alla Corte penale internazionale.

Il comandante Usa McChrystal aveva promesso di ridurre al minimo le vittime civili. I massacri non sono controproducenti per gli Usa?           I militari hanno sempre detto questo, in tutte le guerre. Dopo la bomba su Hiroshima si disse: come il mondo ha potuto vedere, è stata colpita un’installazione militare.

Perché il centro-sinistra non si oppone a una guerra di questo tipo, nonostante le notizie delle stragi?            Il servilismo nei confronti di Washington, come dicevamo, è trasversale agli schieramenti. Da questo punto di vista non parlerei nemmeno di centro-sinistra e centro-destra ma piuttosto di una casta politica di impuniti e di impunibili per la quale delinquere contro la legge fondamentale (la Costituzione, ndr) del proprio stato è cosa di tutti i giorni.

E il fronte pacifista?                  La guerra afghana è percepita come lontana e il fronte pacifista, di fatto, non esiste più da qualche anno ormai, da quando quelle forze politiche (il centro-sinistra, ndr) che avevano fatto finta di essere solidali col movimento per la pace, appena arrivate al governo, hanno aumentato il numero di militari in Afghanistan. Proprio come il premio Nobel per la pace Obama ha mandato altri 30.000 militari. Un gioco nel quale sono cadute anche sigle del «pacifismo» che ritengono che la guerra sia brutta quando la fanno gli avversari politici, ma accettabile quando a condurla sono gli amici.

 Chi sono i taleban, emblema del terrorismo e della negazione dei diritti umani?           Sono una delle componenti della società afghana, certo più rappresentativa dei presidenti imposti (Karzai, ndr). All’interno del movimento ci sono estremisti con tendenze «psicopatiche» soprattutto per quanto riguarda la questione femminile, e persone ragionevoli. Anche la questione femminile è utilizzata per vendere la guerra all’opinione pubblica. A qualcuno è mai venuto in mente di bombardare l’Arabia Saudita, dove una donna non può scoprirsi il naso per soffiarselo se ha il raffreddore? Sarebbe davvero divertente chiedere ai nostri parlamentari di dire tutto ciò che sanno sui taleban. Risponderebbero due/tre stereotipi, perché non sanno nulla del paese che stanno contribuendo a bombardare.

il manifesto, 28/2/2010

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