L’amico del giaguaro non incanta i movimenti.

L’incapacità della sinistra di riuscire a produrre ipotesi alternative all’attuale risposta alla crisi ha lasciato spazio all’improvvisazione e al pressappochismo, fornendo la sensazione che non siano possibili alternative credibili.

L’inettitudine e la tendenza all’occupazione del potere (in forme diverse, anche stando all’opposizione) hanno fatto il resto, lasciando al decisionismo presidenzialista di Napolitano lo spazio per ergersi a salvatore della Patria, della Costituzione e …dell’opposizione.

E’ grazie al presidente Napolitano che è passato rapidamente il primo disastro contro i cittadini italiani: la manovra di luglio, (quella che, per fare un esempio, introduce il ticket di 10 Euro per ogni ricetta).    E’ sempre lui che ha voluto l’accelerazione della discussione della manovra appena approvata, favorendo l’introduzione del voto di fiducia. Convincendo tutti che questo percorso fosse l’unico in grado di scongiurare un ulteriore attacco della speculazione finanziaria, in verità non è accaduto nulla di simile!

D’altronde Giorgio Napolitano ha sempre creduto di capire qualcosa di economia, anche quando nel PCI spingeva per il superamento della pregiudiziale anticapitalista, nella convinzione che questo fosse il miglior mondo possibile e che ci fosse spazio solo per il riformismo: la storia l’ha smentito le politiche neoliberiste hanno vinto e il riformismo ha perso. Inoltre l’ansia prodotta dall’età (ha superato gli 80 anni) si è impadronita di lui: così ha pensato che, in piena globalizzazione, le politiche economiche nazionali avessero ancora il potere di influenzare i mercati finanziari; che fosse ancora possibile “la politica dei due tempi”, oggi il risanamento domani la ripresa.

Ora il paese si trova ulteriormente frantumato: pagheremo tutti molto caro queste scelte, le stanno già pagando i giovani, i precari, i disoccupati e i migranti, tra breve la situazione sarà insostenibile anche per i lavoratori dipendenti privati e pubblici e i pensionati!

Per salvare l’Italia, che è fatta di persone viventi, o per salvare il sistema che è fatto dalle regole del mercato? Tutto ciò non ci salverà dalla recessione e nemmeno dalle tensioni sociali che nessuno riuscirà, probabilmente, a controllare o indirizzare!

Noi ringraziamo il nostro Presidente che, comunque, ci ha mostrato la via per trasformare una repubblica parlamentare in una repubblica presidenziale, con buona pace di coloro che amano la democrazia rappresentativa quella del maggioritario, della scelta dei candidati, ecc…

Sconfortati sì, ma non staremo a guardare.    Agiremo nei luoghi del conflitto convinti che “un altro mondo è possibile”, ma per realizzarlo occorre il coraggio delle scelte radicali e scomode, condivise direttamente con i bisogni dei cittadini, costruite, senza mediazioni politiche, insieme a loro.

marco sansoè

…per un ottimo contributo di approfondimento leggete questo contributo di Franco Berardi “Bifo”…       il purgatorio che ci attende

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