I profughi nel biellese… l’accoglienza continua.

io non respingoPROFUGHI NORD AFRICA

NEL BIELLESE L’ACCOGLIENZA CONTINUA

Nel maggio 2011, 49 ragazzi, tra i 25 mila profughi scappati dalla guerra in Libia per fuggire alle violenze o perché costretti ad imbarcarsi su pericolose carrette dalle milizie di Gheddafi sono giunti in Italia con i barconi (molti sono morti, loro ce l’hanno fatta), e dopo aver sostato a Lampedusa per le prime pratiche, sono stati trasferiti nel territorio biellese. Sono stati ospitati nel centro d’accoglienza attivato presso la struttura dei Salesiani di Muzzano, gestito dal Consorzio il Filo da Tessere in collaborazione con la Caritas Diocesana e sotto la tutela della Protezione Civile delegata dal Ministero dell’Interno.

Pur provenendo dalla Libia, sono nati in paesi dell’Africa occidentale, come il Mali e la Costa d’Avorio. Hanno lasciato le loro terre per sfuggire carestie, povertà e guerre civili, affrontando un viaggio in condizioni disperate attraverso il deserto del Sahara tra gli Stati del Senegal, Mali, Niger, Algeria ed infine in Libia dove tutti svolgevano lavori sottopagati ma che permettevano loro di mantenersi e di aiutare le loro famiglie.

Sono scappati da una guerra che non hanno scelto e sono arrivati in un paese in cui non si immaginavano di arrivare.

Fin dal loro arrivo in Italia sono stati inseriti nel progetto nazionale “Emergenza Nord Africa” che ha garantito loro un tetto e un sostentamento. Hanno fatto domanda di asilo ed ora tutti sono in possesso di un permesso di soggiorno.

Il tempo trascorso a Muzzano è stato impiegato soprattutto per imparare l’italiano con l’aiuto di circa 80 volontari, costretti all’inattività perché la legge italiana non permette ai profughi di lavorare nei primi sei mesi di permanenza nel Paese.

A febbraio 2012, è venuta definitivamente a mancare la disponibilità di ospitalità nella struttura dei Salesiani di Muzzano. L’ospitalità è quindi stata trasformata in accoglienza diffusa”, che per i ragazzi ha significato la collocazione in situazioni diverse sul territorio biellese: alloggi, parrocchie ed anche sistemazione in famiglie, pur continuando ad essere seguiti dal Consorzio Il Filo da Tessere.

Uno degli scopi del Centro diffuso era di favorire una maggiore integrazione nel territorio e questo si è verificato per alcuni dei profughi che sono riusciti a trovare lavoro come elettricisti, carrozzieri, panettieri ed altro ancora.

Dal 1 marzo, il progetto di cui erano beneficiari è terminato, e quelli che non hanno trovato lavoro si trovano pertanto a dover affrontare la quotidianità senza mezzi. Per chi vive in famiglia il problema non si pone, altri continueranno ad avere un tetto senza però risorse economiche per mantenersi e pagare le bollette, altri non avranno né l’uno né l’altro.

Per lo Stato la partita è chiusa, non importa se, dopo ormai due anni di permanenza in Italia, il percorso di integrazione sia ormai avanzato, sia per quanto riguarda la padronanza della lingua, sia per i corsi di formazione professionale che molti stanno seguendo, sia per l’inserimento in progetti in ambito agricolo che daranno loro autonomia solo nel futuro, sia anche per i legami affettivi creatisi.

Non così è per i volontari, quelli della prima ora, quelli dell’accoglienza a Muzzano e quelli coinvolti successivamente con il Centro diffuso, che non hanno nessuna intenzione di abbandonare i ragazzi.

Si sono infatti riuniti – come comitato – all’interno dell’ANOLF Biella – Associazione Nazionale Oltre Le Frontiere, organizzazione di volontariato che ha come vocazione “quella di concorrere con ogni mezzo al pieno inserimento degli immigrati nella società italiana e che pertanto si propone di promuovere iniziative atte a soddisfare i bisogni elementari di vita degli immigrati compresi i problemi del lavoro e della casa”.

Ben consapevoli della crisi che ha colpito il nostro territorio e delle molte persone in difficoltà, vogliamo comunque lanciare un appello per sensibilizzare la comunità nei confronti di questi ragazzi e giovani uomini desiderosi di lavorare riprendendo le mansioni che svolgevano in Libia (muratori, camerieri, addetti alle pulizie, operatori agricoli e addetti all’allevamento degli animali), ma anche interessati ad imparare nuovi mestieri.

In attesa di trovare un lavoro stabile, i ragazzi sono disponibili per lavori di giardinaggio, verniciatura, aiuti domestici, facchinaggio, sgombero locali e piccoli lavori in campo edile.

Una buona soluzione sarebbe trovare loro lavoro in cambio di ospitalità.

Lavoro è sinonimo di autonomia, ecco perché i volontari lanciano una sottoscrizione per promuovere anche “Borse lavoro” o Inserimenti lavorativi che permettano alle persone di fare un’esperienza formativa, apprendere una professione, imparare meglio la lingua italiana.

I contributi potranno essere versati sul c/c dell’ANOLF Biella aperto presso la Cassa di Risparmio di Biella- Filiale Principale Via Gramsci 14 -:Biella

IBAN IT 28 T 06090 22300 000010203012          Causale: Progetto Profughi Nord Africa

Quanto versato all’ANOLF sarà detraibile o deducibile secondo le disposizioni di legge.

Potete anche aiutarci scegliendo – nella dichiarazione dei redditi – di donare senza costo

il 5 x 1000 indicando il codice fiscale dell’Associazione: 90029250025

riflettiamo sul fatto che:

se noi abbiamo poco c’è qualcuno che non ha nulla

Il comitato Progetto Profughi Nord Africa:

Carla Garbaccio co-presidente ANOLF Biella: cell. 3311115969 – mail: carla.garbaccio@tin.it

Claudia Tortello            cell. 3356713362

Don Mario Marchioro cell. 3332139029         mail: donmariocossato@libero.i

Ida Goglio                    cell. 3391864380       mail: ida.goglio@aliceposta.it

Ornella Segato              cell. 3332022304       mail: orca84@alice.it

Paola Lanza                  cell. 3398591689       mail: secolna@gmail.com

Marzo  2013

1 commento

  1. Posso solo dire con sollievo che ho trovato qualcuno che sa realmente di cosa sta parlando! Lei sicuramente sa come portare un problema alla luce e renderlo importante. Altre persone hanno bisogno di leggere questo e capire questo lato della storia.

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