La Palestina passa per Gaza, adesso!

Cari,

       dopo aver parlato con molti colleghi Palestinesi di Gaza negli ultimi giorni, mi sento di dover raccontare quello che ho ricevuto dai discorsi fatit con loro, perchè noi stessi possiamo riflettere, approfondire e fare il possibile.

Gaza è scomparsa dalla visione dei popoli, compresi quelli del medio oriente e degli arabi, che hanno ” cancellato ” Gaza dalla mappa delle notizie .

Mentre è gravemente colpita dai mesi di blocco :

Dalla mancanza di benzina e conseguente difficoltà nella erogazione di elettricità, nel sistema delle fognature e trasporti. I più ricchi si sono convertiti da generatori a gasolio privati a batterie per auto che si ricaricano durante le ore di luce, ma buoni solo a dare luce per lampade e Tv, non per elettrodomestici. Così hanno un alto valore psicologico , ma praticamente solo quello.

Il gas per cucinare scarseggia.

Il lavoro scarseggia più del solito.

Il cibo è più limitato rispetto a prima e alcuni cibi, la maggior parte tutto il cibo egiziano che aveva reso Gaza ” quasi normale ” a prezzi accettabili per gli standard locali fino al luglio 2013, è scomparso dal mercato.

La rilevanza del colpo di stato militare in Egitto e la cattiveria di questo verso Hamas sta attaccando la vita quotidiana di tutte le persone.

Il livello di scorte  mediche è addirittura inferiore rispetto a prima (cioè inferiore al 30% del necessario).

Gli ultimi chirurghi che sono andati ad operare hanno dovuto portare da fuori ogni cosa, comprese le garze e siringhe, che prima potevano trovare a Gaza .

L’ultimo bambino morto al confine in attesa di attraversare in Egitto può non essere l’unico incidente. La chiusura in entrambe le direzioni del valico di Rafha dura da quasi 50 giorni e  deroghe sono state fatte solo per i pellegrini, per scelta  dell’Egitto, non di Gaza.

Nessuna manifestazione al confine da parte dei cittadini di Gaza ha ricevuto segno di ascolto dell’esercito egiziano e, helas !, del popolo egiziano.

La decisione di oggi di condannare a morte 529 persone (a prescindere se poi li uccideranno tutti o no) e la analoga possibile decisione che ci sarà domani o nei prossimi giorni circa 700 persone accusate di appartenere ai Fratelli Musulmani e genericamente di fomentare la violenza, chiarisce che la sorte che si sta probabilmente preparando per Gaza con la collaborazione di questo regime non è di ” decimazione ” , ma  di” millesimatione, se esiste il termine ” . 

Regime egiziano è stato finanziato e ha avuto il pieno sostegno degli Stati Uniti e di Israele, ed è difficile immaginare in che misura può avere un ruolo nel prossimo attacco previsto a Gaza, ma quello che è sicuro è che ha messo a posto tutti gli elementi essenziali per essere partecipante attivo e comunque strumentale a prossimi attacchi militari su Gaza. Questi includono anche la creazione di una buffer zone, in genere usata per attacchi via terra.

Le  circa 15-20 persone da Gaza con cui ho parlato direttamente  negli ultimi giorni, ciascuna a suo modo raccontano unanimamente della perdita di speranza che la evoluzione della situazione porti ad un miglioramento, e l’unico segno vitale sembra essere espresso in questi termini “non abbiamo più nulla da perdere”. Vitale perché è l’unico elemento ” organizzatore ” in questa terribile situazione.

Tralascio altre considerazioni, ma mando questo tipo di sintesi grezza perché non sia nostra responsabilità di “non aver visto in tempo, non aver capito bene, e non essere stati in grado di agire tempestivamente ” ,

Ma in sintesi sto suggerendo che il concetto di genocidio deve ora essere presente nella nostra comunicazione pubblica .

Questo assedio di Gaza se continua ancora per poco o se precede un attacco militare massiccio, è comunque un genocidio agito sul terreno e consapevolmente disegnato e finanziariamente e logisticamente sostenuto, proxy inclusi.

Che però la seconda ipotesi, un attacco molto intenso, sia probabile ce lo ricordano le parole di Netaniahu dopo il novembre 2012: “La  prossima volta noi non vi daremo neanche il tempo di pensare a difendervi”

Sono sicuro che Gazawi ricordano queste parole come me  e so che aspettano un attacco alla prima occasione “conveniente” per Israele.

A meno che l’Egitto scivoli via dalle mani dei militari, il che non è così facile che accada immediatamente.

Nel frattempo ciò che sta avvenendo in West Bank ed a Gerusalemme è sempre più una vera guerra continua di bassa intensità e Israele si giova sempre della collaborazione dell’ANP per mantenere I più fronti aperti e i Palestinesi divisi e ben monitorati.

Dedichiamo quindi l’anno alla Palestina tutta e integra, ma ricordiamoci che questa passa per Gaza mai come in questo momento. Non è un altro punto del programma di sostegno e lotta per la Palestina, ma il punto di passaggio essenziale per la sopravvivenza, anche fisica, del popolo Palestinesi tutto. 

Le priorità, i punti di forza e di debolezza, forse non sono mai stati chiari come ora. 

Paola Manduca, Prof. Genetics
DISTAV, University of Genova, Italia

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