Finalmente è terminata la persecuzione poliziesca a “La città di sotto” !!!

la città di sotto 1Molte e molti già sapranno (ne hanno scritto giornali e blog http://www.alasinistra.org/?q=node/1454 ) che tutte le pendenze legali contro il Laboratorio sociale “La città di sotto” sono terminate!

Ora dovremo solo pagare l’amico avvocato Domenico Duso, che con generosità, determinazione e pazienza ci ha aiutato in tutti questi anni e ha, soprattutto, aiutato Teo, la vera “vittima” delle persecuzioni poliziesche, in quanto responsabile della gestione del locale de La città di sotto, ad affrontare le innumerevoli cause, nulla di penale, ma una quantità straordinaria di denunce contro la quiete o per irregolarità fantasma e multe e ancora multe…

Ci rivolgeremo ancora alla generosità dei “compagni (e alle compagne) di strada” per pagare il dovuto, come abbiamo già fatto in passato nel 2010 e nel 2011, sapendo che questa volta sarà l’ultima!

Sì, persecuzioni poliziesche, perché queste furono, …per stessa variopinta ammissione dei funzionari di polizia.

La permanente presenza delle forze dell’ordine nei pressi del locale allontanò prima i giovani migranti che avevano cominciato a frequentarci e poi i giovani studenti che ci evitarono, infastiditi, nella pausa pranzo. E ricordiamo il locale presidiato all’esterno durante le assemblea per la Palestina o i blitz serali e notturni del sabato per controllare le tessere di adesione al Laboratorio sociale. Tutto questo impedì che questa esperienza potesse decollare serenamente e minò definitivamente i rapporti con il quartiere.

Quando l’esperienza de “La città di sotto” fallì ne parlammo con franchezza, non ci sottraemmo dall’autocritica e parlammo esplicitamente di una nostra responsabilità nella cattiva gestione del locale, ma con altrettanta forza ribadimmo la qualità del progetto, le sue intenzioni radicali e unificanti: la volontà di costruire un punto di aggregazione capace di mettere insieme le schegge di una società disgregata ma capace di indicare le emergenze e alcune vie d’uscita per affrontarle…

Non ci abbandonammo mai alla retorica autoreferenziale o alla mitizzazione di quell’esperienza. Tentammo ancora di “farla rivivere” almeno culturalmente, senza riuscirci, ed ora siamo solo un nome e un blog di controinformazione, nemmeno molto frequentato!

Ma qualcuno http://arcangelo-gamaz.blogspot.com/2016/02/larcangelo-06-16-desolante-demagoga.html, poco informato, parla di noi per parlare male di qualcuno di noi.

A noi non interessano i conti, forse politici e morali, che qualcuno deve regolare con qualcun altro, a noi piacerebbe raccontare la storia di una esperienza politica importante perché guardava lontano e fu unica a Biella, ma ci vorrebbe tempo e ne abbiamo poco da dedicare a parlare di noi.

Ma dobbiamo segnalare l’errore di chi personalizza, ancora un volta, ciò che è politico e collettivo: come fanno in molti, scambia le funzioni dei singoli con l’esperienza collettiva, semplifica le responsabilità e gli effetti di quelle scelte, che allora furono fatte insieme e che pagammo, anche economicamente, tutte e tutti.

Lo stesso linguaggio che usa tradisce le intenzioni: parlando di “bamboccioni immaturi” fa il verso ad un mondo che ha intenti moralisti e normalizzatori, ad un pensiero che intende farsi denuncia ma che è conservatore!

Noi vorremmo andare oltre: rompere con gli ammiccamenti politici (o tecnocratici) tutti interni ai “palazzi” ed aprire una stagione di riflessioni e azioni radicali, molte di quelle che cercammo di fare con il Laboratorio sociale “la città di sotto” sono ancora aperte e aspettano di essere avviate a nuova vita!

marco sansoè

2 commenti

  1. Sì, un errore per ragioni di sintesi l’ho commesso. Avrei dovuto includere anche qualche “maturo bamboccione”. Ad esempio a quei bamboccioni che scrivono ricorrendo al plurale maiestatis immaginando di rappresentare un collettivo, che non esiste. Chissà se prima o poi te ne renderai conto. E chissà se prima o poi riuscirai a dimostrarmi che Pietrobon o Sacco hanno fatto autocritica. Al momento non mi risulta; e non perché sono poco informato ma perché leggo quanto scrive il corsivista sul populista giornale locale a cui invece piace mitizzare quella esperienza chiosando, in chiusura, un accostamento agli eretici liberi di solcare il mare. Per una “banderuola” come lui, esperta negli ammiccamenti di “palazzo”, non è certo una autocritica.

  2. Ancora una volta prevale il piano personale, non sono interessato. Abbiamo condiviso una esperienza collettiva inedita e straordinaria, ormai fallita! Non rappresento niente e nessuno, gestisco un blog di “controinformazione” (intorno al quale si muovono silenziosamente delle belle persone che pensano e agiscono) e rispondo solo delle mie azioni e parole.
    marco

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