Dal NO! …e oltre.

la città di sotto 1Straordinario il risultato dell’affluenza alle urne per questo referendum, 68.48%, più degli ultimi e più delle recenti elezioni.

Qualcosa è accaduto, al di là del ruolo forte avuto dai media televisivi e dai social network, i cittadini italiani hanno capito la “qualità” del confronto in campo, sia per coloro che hanno votato SI che per coloro che hanno votato NO.

Senso di responsabilità; volontà di cambiamento; percezione, e consapevolezza, della crisi in corso; voglia di contare; ecc., hanno determinato una affluenza inaspettata che ha qualificato il risultato.

Ha vinto il NO (59.5% contro il 40.4%).

La confusa, incerta, autoritaria e oligarchica proposta di modifica della Costituzione non è passata. Ma forse molti hanno votato soprattutto contro Renzi e il suo governo: lo scarto tra i due schieramenti e appena sotto il 20%, è molto!

Il Renzi personalista, arrogante e presuntuoso potrebbe credere che questo sia un voto contro di lui ma si sbaglierebbe. Se questo fosse stato un referendum pro o contro Renzi avrebbe vinto Renzi: avrebbe vinto perché incarna il disegno del socialiberismo che permea le politiche economiche che servono al capitalismo europeo e mondiale, quelle che piacciono ai poteri forti, ma anche alle masse popolari allevate al sogno di quelli che “ce la possono fare se si mettono in gioco”, che dagli anni ’80 ha spazzato via la solidarietà sociale, il conflitto e la speranza di un altro mondo possibile!

Mi dispiace (nemmeno tanto) per Brunetta e Salvini, e anche per una parte dei 5 stelle, la vittoria non è loro, non è dei “tifosi del NO”, ma di chi pazientemente ha voluto capire e arginare il rischio di una deriva autoritaria sommessa ed efficiente, proprio quel 20% di scarto che ha impedito che questa fosse una partita vinta dal governo Renzi (o finita in pareggio).

Mentre c’era chi sognava la fine del governo Renzi o chi lo vedeva come un modello inarrestabile lanciato verso un futuro radioso, qualcuno, probabilmente più del 20%, ha lavorato per dimostrare che questa non era una “riforma”, che era sbagliata nel metodo e nella sostanza, che avrebbe dato troppo potere ai governi a discapito del Parlamento e dei cittadini.

Queste donne e questi uomini che hanno votato con questa consapevolezza hanno fatto la differenza, hanno trasformato un Referendum costruito su una campagna elettorale volgare e violenta, in una vittoria della democrazia.

Ed ora? Ora, proprio da qui, deve prendere forma il paziente lavoro delle tessitrici, tessere trame: mettere insieme persone, associazioni, rappresentanze dei lavoratori, gruppi spontanei, per costruire laboratori sociali capaci di produrre pensiero critico, proposte di trasformazione e risolvere piccoli problemi, condividerli con il numero più largo possibile di persone; trasformarle in vertenze e conflitti quando è possibile; favorire la rivolta sociale e l’autogoverno delle proprie condizioni.

Un lavoro lungo e paziente dal quale potrebbe scaturire una nuova” soggettività politica”. Non c’è altro verso se non quello dal basso verso l’alto, gli altri “movimenti”, mi pare, sono già naufragati!

5/12/2016

 Marco Sansoè

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